Quando arriva dicembre, dopo le camminate fatte a novembre nei pieni colori caldi dell’autunno, si pensa erroneamente solo agli sci e alle ciaspole. Perchè non continuare a fare trekking anche in inverno? Soprattutto se la neve alle basse quote ancora non si vede?
In inverno la natura offre tutta la sua maestosità, in ambienti quasi incantati.
Oggi, 8 dicembre, la giornata appena velata, offre l’opportunità di fare una bella camminata e la destinazione è sul Monte Faierone (1715 metri) con la sua spettacolare panoramica sul Lago Maggiore, in alto Piemonte, a ridosso del confine Svizzero (Canton Ticino).
Il punto di partenza è S. Agata, frazione di Cannobio
Nella piazza della chiesa, troviamo il primo cartello segnavia. Ci si addentra nel paese passando sotto un porticato e poi si prende subito quota seguendo una bella mulattiera. Si passa davanti all’oratorio di S. Luca e si arriva all’alpeggio di Marcalone, dove c’è anche un agriturismo. A questo punto si segue per un gran tratto una gippabile che attraversa una bella pineta (in alcuni punti ci si può addentrare nel bosco per poterla evitare) fino ad arrivare al bivio per l’alpe Scierz. Noi abbiamo proseguito per il Monte Giove per poter fare un breve giro ad anello.
Quando si raggiunge la vetta (1298 metri) lo spettacolo che ci si presenta ci lascia senza fiato, col Lago Maggiore che sembra riempire l’orizzonte, preannunciando quello che potremmo vedere arrivati alla meta. Ripreso il cammino si scende per riprendere la gippabile fino a raggiungere Scierz. Passati oltre, dopo pochi minuti, si incontra il sentiero ben segnalato coi segnavia bianchi e rossi, ma con palo privo di cartello (fare attenzione). Dopo un tratto di circa mezz’ora nel bosco di betulle che man mano che si sale diventano sempre più basse in altezza, si esce su prati dove sono ben visibili i resti dei pascoli estivi delle mandrie di mucche e di greggi di capre.
Il panorama si apre nuovamente a 360°, sulla Valle Cannobina, sulle cime della Valgrande, sulle cime innevate delle Alpi, tra cui il Monte Rosa, e sul Lago Maggiore. Si sale raggiungendo brevi tratti anche esposti, che con il Lago sotto danno ancora più il senso di vuoto in un primo momento. Raggiungere la cima del Monte Faierone è veramente una bella soddisfazione. Lo sguardo spazia dalla Pianura Padana, con purtroppo una leggera nebbia, si intravede Torino, il Monviso, e poi si distinguono bene il Monte Rosa, il Pizzo Andolla, la Weissmies, il Fletschorn, la Lagginhorn, il Monte Leone (queste cime fanno parte della catena che circondano il Sempione) , La Scheggia in Valle Vigezzo, le Rocce del Gridone che insieme al Monte Limidario segnano il confine con la Svizzera, ed infine sotto di noi, Brissago con le sue isole, Ascona, Locarno, la piana di Magadino, la riviera del Gambarogno con l’omonimo Monte (siamo in Canton Ticino).
La sensazione che abbiamo vissuto nei 15 minuti che siamo rimasti in vetta a contemplare il panorama e a riempircene il cuore, è stata di pura libertà. Non c’era bisogno di altro: solo del cielo, delle montagne del lago e della terra. Da qui si può raggiungere il Monte Limidario (2159 metri). Purtroppo le giornate corte invernali non permettono questa ultima vetta, ma sarà il nostro obbiettivo per una prossima camminata. Per il ritorno abbiamo fatto lo stesso percorso, evitando però la salita al Monte Giove.
Tempo di salita 4 ore, tempo di discesa 2 ore e mezza.
Consigliata per escursionisti esperti.
Dislivello totale 1500 metri circa.
Lunghezza percorso 14 km circa.